giovedì 26 giugno 2014

Il libro delle stelle di Ian Watson

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Articolo di: AleK

Questa è la seconda parte di una recensione iniziata con "Il libro del fiume" e pubblicata precedentemente.

Prima di iniziare è bene ricordare che questo volume raccoglie solo due dei tre romanzi che compongono la trilogia del fiume, manca dunque il terzo: "Il libro delle creature".
Come nel caso del libro precedente anche in questo secondo volume il finale resta aperto, però non si tratta di un vero e proprio cliffhanger, solo si intuisce che la storia non è finita e che continuerà in un altro libro. Nulla di grave, nessun colpo di scena interrotto.
Anzi, posso dirvi con tutta franchezza che il finale sarà tiepido e monotono come tutta l'opera, una specie di ode al valium...

Infatti anche per questo secondo volume valgono più o meno le stesse impressioni che valevano per il precedente: ci sono punti interessanti, ma sembrano limitarsi al colore piuttosto che a voler far leva sul nostro cervello e darci qualcosa di interessante su cui riflettere, con una aggravante...

...la noia la fa da padrona.
Non è assenza di colpi di scena, è assenza di qualsiasi cosa anche solo minimamente interessante.
L'impressione è che pagassero Ian Watson a parola o che, per contratto, dovesse scrivere un libro della stessa lunghezza del precedente, perché davvero il libro lo si sarebbe potuto liquidare con la metà delle pagine utilizzate, senza riempirlo di tante parti inutili.
Ma anche quello, non lo avrebbe salvato.
C'era qualcosa che mi lasciava un certo vuoto interiore nel libro precedente e questo volume mi ha aiutato a far chiarezza: i personaggi sono tutti uguali!
E' difficile scorgere differenze tra i profili psicologici, che siano dei vincitori o degli emarginati, dei fanatici religiosi misogini o delle femministe democratiche, trasmettono tutti la stessa carica vitale: un bel elettroencefalogramma piatto.
La cosa che più emerge però è la pochezza di quelli che dovrebbero essere dei personaggi colti, nulla nel loro agire o nelle loro parole ti fa rendere conto che lo siano effettivamente. Neppure i personaggi divini!
Sì, ci sono due divinità (o comunque qualcosa di molto simile) e ogni volta che intervengono è come se fosse il vostro vicino di casa a farlo. Anzi no, è probabile che il vostro vicino di casa sia una persona molto più interessante degli Dei proposti in questo romanzo.
E' davvero triste leggere le considerazioni di quella che dovrebbe essere una creatura con una conoscenza immensa e accorgersi che non ci sta trasmettendo qualcosa di affascinante o, per lo meno, che ci faccia rendere conto che davvero si tratti di un essere superiore. O accorgersi che i dialoghi della nostra protagonista, sono tutti uguali, che si trovi di fronte ad un vasaio o al capo della sua corporazione o a una intelligenza artificiale evolutissima e che controlla l'universo.

Tutto è concentrato sull'ambientazione, come nel primo libro, nulla di più, con l'aggravante (come anticipato) che questa volta ci sono interi capitoli inutili, giusto per riempire dello spazio.

Per quanto mi riguarda, libro pessimo.

Mi manca il terzo libro, non lo leggerò e sono felice per questa mia scelta.


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