mercoledì 21 gennaio 2015

La Luna è una severa maestra di Robert A. Heinlein

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Articolo di: AleK

Questo blog esiste praticamente grazie a Heinlein, Italo Calvino, Ray Bradbury e, in parte, anche Ursula K. Le Guin.
Sono stati gli autori che mi hanno fatto nascere la passione verso la fantascienza e il fantastico, generi che durante i lontani anni del liceo consideravo di secondo piano e che, poco a poco ho iniziato a rivalutare, fino a considerarli quasi indispensabili per riuscire a trattare certi argomenti in maniera davvero efficace.
Stranamente sono autori di cui non parlo quasi mai (l'eccezione fu Fanteria dello spazio) per diversi motivi, il principale dei quali è che dovrei rileggerli, per poterne parlare in maniera appropriata, visto che sono autori che non riprendo in mano da almeno un decennio...

Ogni tanto però la nostalgia è forte (soprattutto dopo aver subito forti delusioni letterarie) e mi spinge alla ri-lettura di alcuni classici, come in questo caso con La Luna è una severa maestra, libro che io non considero tra i migliori di Heinlein, ma che comunque apprezzai e continuo ad apprezzare molto. Ed ora cercherò di spiegarvi, brevemente, il perché...

Parlare dei contenuti o spunti di riflessione presenti in un libro di Heinlein è un'impresa titanica che non ho intenzione di intraprendere, dunque mi soffermerò su pochi aspetti che mi hanno particolarmente colpito questa volta, magari fra dieci anni, rileggendolo, verrò folgorato da altri, così funzionano le grandi opere: rileggendole si scoprono sempre cose nuove.

Questo libro è praticamente un manuale d'istruzione per condurre efficacemente una rivoluzione contro un governo autoritario (alla faccia di chi ritiene Heinlein un fascista) e delle consegueze di tale rivoluzione.
Certo c'è un piccolo particolare disonesto, uno dei protagonisti è un'intelligenza artificiale senza la quale questa storia non sarebbe neppure esistita, ma le fasi descritte e come vengono portate avanti non sono campate in aria e vengono minuziosamente descritte (cosa che potrebbe appesantire la lettura per chi cerca solo l'azione).
Volendo il tema è particolarmente attuale, visto che si parla spesso di "celle" terroristiche, se voleste approfondire l'argomento e capire come funzionano, questo è il libro ideale: chiaro e avvincente. Però attenzione, non ci troverete nulla di politically correct, di facile da digerire (come slogan o inni alla libertà) o altre menate che facciano apparire la realtà dei fatti candida e zuccherosa.
Praticamente questo libro sarebbe impossibile da pubblicare al giorno d'oggi, perché mostra non solo come la gente venga quotidianamente manipolata attraverso l'informazione - disinformazione, ma come addirittura ciò sia necessario per raggiungere uno scopo.
Il governo autoritario ha bisogno di disinformare la gente per mantenere il potere, ma i rivoluzionari hanno, anche loro, la necessità di disinformare per poter rovesciare la dittatura.

La gente è stupida. Noi siamo stupidi, essendo noi "la gente" e, no ragazzi, non siamo una casta di eletti, questo non è facebook in cui tutti postano idiozie sugli altri, che sono pecore, che sono vipere, che giudicano, che non si fanno i cazzi loro, ecc... questa è la realtà, gli "altri" siamo anche noi. Siamo noi che giudichiamo e ci incazziamo se veniamo giudicati; siamo noi che non parliamo mai alle spalle ma quello è uno stronzo; siamo noi che vediamo gli altri come un gregge e poi ci beviamo dell'acqua omeopatica perché è tutta una lobby del farmaco; siamo noi che diamo dei ladri ai politici ma se la cassa automatica ci sgancia un biglietto da 50 euro in più col cazzo che il giorno dopo li restituiamo; ma soprattutto, siamo noi che ci indigniamo quando veniamo manipolati, ma siamo i primi a manipolare per raggiungere i nostri fini.

D'altronde, come diceva Bradbury riferendosi all'amicizia: "Siamo dei vasai".

Il grande pregio di Heinlein è che conosceva bene la gente, la conosceva alla perfezione, fino alla più piccola meschinità, ma nonostante ciò la amava, la amava per quel che era e non smetteva mai di confidare nell'uomo. Conoscendolo, sapeva cosa aspettarsi, senza farsi illusioni:

"Dev'essere un desiderio insopprimibile dell'animo umano quello di impedire al prossimo di fare ciò che vuole. Regole, leggi... sempre per gli altri: una prerogativa misteriosa del nostro essere, che dovevamo avere prima di venire giù dagli alberi e che non ci eravamo scrollati di dosso nemmeno quando avevamo cominciato a camminare su due gambe. Nessuno dei presenti si alzò a dire: <<Per piacere, approvate questa legge, in modo che io non possa più fare una certa cosa che so che dopo dovrei smettere di fare>>. No, compagni, si trattava sempre di una cosa che non volevano facesse il vicino. Naturalmente volevano proibirglielo per il suo bene, non perché il presentatore della proposta sostenesse che la cosa gli dava fastidio."

Ognuno di noi è tanto rapido a scrivere "Je suis" quanto è rapido a ficcare il naso nelle faccende private degli altri e il risultato è evidente: la totalità degli utenti dei social network invoca il diritto di non esser giudicata dagli altri, ma ogni volta che si parla di matrimoni gay, coppie di fatto, poligamia, droga, eutanasia, ecc... ci sono orde di contrari e indignati che vogliono proibire questo o quello o tutto, ma da dove diavolo saltano fuori questi branchi di giudicatori se tutti odiano coloro che giudicano?

Leggete La luna è una severa maestra perché vi troverete tutto ciò che è l'umanità, descritta in maniera spettacolare e senza pietà, ma senza perdere la fiducia nell'uomo.

2 commenti:

  1. Secondo me qualcosa di simile si può scrivere anche oggi, pur con toni completamente diversi. Lo scrivo avendo in mente 'Little Brother' di Cory Doctorow.

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    1. Non l'ho letto, tieni presente che la mia era una esagerazione polemica. Molto polemica. ;)
      E non mi riferivo solo all'insegnamento su come creare celle rivoluzionarie o terroristiche, ma a tutto l'insieme.

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