venerdì 29 maggio 2015

Bastoni, selfie e pennelli digitali, il presente ed il futuro della fotografia digitale.

Scritto da: Ataru Moroboshi

Non faccio mistero di amare i viaggi, soprattutto in Asia, ne tantomeno di coltivare la passione per la fotografia; questi due amori  riesco con impegno e fortuna a farli "sposare" abbastanza spesso.
Nel mio ultimo viaggio in Giappone (aprile 2015, link1 Hiroshima, link 2), pur non avendo osservato grandi cambiamenti in questo meraviglioso paese, rispetto al 2012 (Tokyo ed Ebisu), ho verificato una netta differenza in uno specifico comportamento, quello dei turisti in campo fotografico.

Ebbene, è ormai quasi terminata l'epoca in cui si chiedeva ad estranei di scattarci una foto in presenza di una qualunque cosa di rilievo, per cedere il posto, come è ben noto a tutti, ai selfie ed alla loro evoluzione, gli autoscatti effettuati tramite bastoni telescopici o selfie stick.

Immagine presa da questo sito (link)

mercoledì 27 maggio 2015

Paprika

Scritto da Estrolucente

Ho deciso di raccontarvi la storia di Atsuko Chiba. Eccola qui.


Atsuko è la protagonista di un anime che adoro. Si intitola "Paprika".
Quante volte l’abbia rivisto non si può dire, ed ogni volta mi sorprende e incanta.
Dico subito che alla prima visione non si capisce assolutamente nulla. Ma neanche alla seconda, in verità. E, per dirla tutta, nemmeno alla terza. Chi desidera una spensierata evasione passi oltre.

Breve riassunto della trama:

martedì 26 maggio 2015

Jack Vettriano come metafora di una presentazione

Scritto da Estrolucente

Eccomi felicemente qui.
Invitata a scrivere per la prima volta su “A Noi Vivi”, mi trovo a voler dire in questo momento forse troppe cose, non fosse altro che per desiderio di presentarmi.
La cosa migliore è allora non dire nulla, e fare invece ciò che più mi piace fare: aprire una “galleria” e condividerla (perché le gallerie servono a questo, no?).
Mi spingerò al largo nei post successivi, promesso.
In questo caso, la galleria è LA galleria, perché scegliendo l’artista di cui esporre alcune opere, ho puntato oggi direttamente a me stessa.
Jack Vettriano.
Non tedio mai con le biografie, i percorsi, le critiche e tutte quelle cose che ognuno, se vuole, può andarsi a cercare tranquillamente in rete da solo.
Io vorrei trasmettere solo “impressioni” (sempre secondo un gusto del tutto personale, invitando perciò ad andare a guardare altre opere dell’autore di cui parlo).
Vettriano per me è importante. Non per niente ho scelto un suo quadro per  rappresentarmi virtualmente:




Si intitola “Yesterday's dreams”, e non si tratta solo del titolo di un dipinto. Se fossi un quadro sarei questo quadro, se fossi dotata di un titolo sarebbe questo titolo.
E così, in qualche modo, mi sono pure presentata.
Bene.

Cos’ha di speciale Jack Vettriano?

lunedì 25 maggio 2015

Arresto di sistema di Charles Stross

www.zona42.it
Articolo di: AleK

Recensione difficile questa di Arresto di sistema, purtroppo l'opera edita da Zona 42 appartiene a un genere che non apprezzo molto, ovvero quello investigativo che, normalmente, non mi interessa e spesso mi annoia. Sono rarissimi gli esempi di opere definite come Gialli o con misteri/intrighi/delitti da svelare che hanno suscitato in me interesse e solo una l'ho davvero amata: Il nome della rosa.

Naturalmente sapevo a cosa andavo incontro mentre lo acquistavo, l'editore è stato chiaro nella presentazione, ma l'ho comprato comunque, perché percepivo una sorta di intento ludico nella stesura del libro che mi ha convinto a provarlo. E in effetti, da questo punto di vista, non sono stato deluso per nulla, tanto che posso dire di averlo apprezzato e di essermi divertito nella lettura.

Ovviamente tenete presente che, se voi apprezzate i Gialli o gli investigativi in senso lato (comprese spy story), non dovreste avere problemi di alcun tipo, anzi, potreste pure appassionarvi molto al caso alla base degli eventi, purtroppo non essendo io appassionato del genere non solo sono rimasto un po' indifferente al mistero, ma non so neppure dirvi se l'intreccio sia stato costruito bene o male, perché prima di tutto non sono esperto del genere e, in secondo luogo, mentre si tiravano tutti i fili ero occupato a rendermi conto, una volta in più, che opere di questo tipo non fanno decisamente per me..

giovedì 21 maggio 2015

Mad Max: Fury Road di Geoge Miller

www.madmaxmovie.com
Articolo di: AleK

Non volevo scrivere questa recensione, mi ero riproposto di non cavalcare mai l'onda del marketing con i miei articoli, non perché voglia fare l'alternativo o il fighetto, semplicemente perché quando esce un titolo di questo tipo tutti ne scrivono una recensione ovunque, dai blog ai forum passando per i social network.
Che mai potrei aggiungere alle valanghe di parole già usate? Ben poco credo...

Eppure qualcosa devo scriverlo, perché reputo questo Mad Max un film epocale, un vero capolavoro.

Pensavo di odiare i film di pura azione, mi annoiavano a morte; pensavo di odiare gli inseguimenti d'auto; pensavo di odiare le sparatorie continue, pensavo di odiare tutte queste cose e Miller mi ha fatto capire che non era quello che in realtà odiavo. Quello che tanto disprezzavo erano una marea di film orribili diretti da delle capre e prodotti da dei tumori, destinati a un pubblico di boccaloni che solo ingurgitano senza mai assaporare alcunché e che vogliono sempre di più e sempre più esagerato in maniera sempre più grossolana.


lunedì 18 maggio 2015

Tempo da leoni a Timbuctù di Robert Silverberg

www.delosstore.it
Articolo di: AleK

Terribile, terribile racconto...
Se fosse stata un'opera giovanile di Silverberg non avrei avuto problemi, ma una insufficienza così profonda nella ricostruzione ucronica da parte di un autore maturo e così famoso non me la sarei mai aspettata. Proprio no.
Non c'è alcun rispetto verso il lettore normodotato, nessuno sforzo nel ricreare un mondo un po' credibile, nonostante le premesse fossero sommamente interessanti...

Ma come si fa a scrivere un'ucronia in cui a metà 1300 l'europa viene decimata dalla peste e l'Impero ottomano la conquista e in cui, 600 anni dopo, gli inglesi hanno ottenuto l'indipendenza e sono uguali agli inglesi moderni? Dopo 600 anni di dominazione turca (e addirittura Shakespeare che scrive in turco) hanno avuto lo stesso identico sviluppo socio-culturale?
E che dire dell'impero Azteco e dell'impero Inca che, non essendo mai avvenuta la conquista spagnola, sono sopravvissuti fino a oggi assolutamente uguali nei costumi tradizionali così come venivano raffigurati 600 anni fa? Ma soprattutto, passi che l'impero Azteca si chiami Messico, dal momento che così denominavano la loro capitale (e se stessi come mexicas) ma che l'impero Inca si chiami Perù e i suoi abitanti peruviani, termini imposti dai conquistadores, proprio non si può leggere...

mercoledì 13 maggio 2015

La marcia carnale di Carlton Mellick III

www.vaporteppa.it
Articolo di: AleK

Ormai le recensioni delle opere di Carlton Mellick III sono diventate quasi una rubrica di questo blog e ogni volta che esce un suo romanzo nuovo (in Italia) mi chiedo fino quando questo autore riuscirà a ispirarmi nello scrivere articoli, citando il tema della raccolta Mono no aware recensita la settimana scorsa, la fine è inevitabile e prima o poi arriverà.
Nel caso di questo La marcia carnale non ho avuto quella sensazione, dalla premessa sapevo che, nel bene o nel male, avrei desiderato parlato di questo libro, il tema su cui si basava la storia era molto Politico, si trattava di una presa di posizione chiara ed esplicita da parte dell'autore, una cosa che già di per sé apprezzo molto ma che unita all'argomento specifico stimolava appieno il mio interesse. Per spiegare quale sia questo tema utilizzerò le parole dell'autore proponendovi una citazione presa dalla premessa al romanzo:

Se me lo chiedete, il governo distopico più spaventoso di tutti sarebbe quello che basa tutte le sue decisioni sul rendere il mondo in primo luogo un posto più sicuro per i bambini. È nella natura umana desiderare ciò che è meglio per i piccoli, quindi sarebbe facile per un governo privarci dei nostri diritti in nome dell’amore per loro.

Ed è di questo che si tratta, un romanzo ambientato in un mondo in cui le leggi sono decise da associazioni dei genitori stile MOIGE. In pratica sarebbe come se Satana esistesse e governasse il mondo...

lunedì 11 maggio 2015

Hiroshima, aperitivo ed esercizio di stile

Scritto da: Ataru Moroboshi


In attesa di pubblicare decine e decine di foto, descrizioni e consigli per visitare una delle città che più amo, Hiroshima (post sul Shukkei-en garden, post sul castello, post sul memorial park e post sul museo della pace), ho deciso di postare uno solo dei monumenti che la caratterizzano, il Gates of Peace, ripreso da varie angolazioni.
Questo per due motivi: anzitutto durante il mio primo viaggio in Giappone risultò una delle cose piacevoli alla vista ed appaganti per l'"io che vive" , ma assolutamente non gradevole in foto e deludente per l' "io che ricorda"... ciò in parte per limiti logistici della struttura, ma soprattutto per la mia incapacità (ignoranza) in fotografia ed i miei mezzi modesti. Spero che fra le prossime 7 foto ce ne sia almeno una piacevole!

Il secondo motivo è che vorrei esaltare, nei post successivi, tutta la bellezza di questa città e della vicina isola di Miyajima, suggerendo anche come e quando visitarle, perciò questo breve post è solo un aperitivo di ciò che verrà. 

Non sono certo il primo a farlo e fra quelli che mi hanno preceduto non posso non citare la bravissima autrice del sito ZUGOJAPAN , ma spero comunque sia utile al fine di includere in un viaggio questa città e tale regione, troppo spesso trascurate nei viaggi organizzati nel paese del sol levante.

Basta indugi e via alle 7 foto di questa struttura, disposta di fronte all'indimenticabile Peace Memorial Museum (sotto) di cui parlerò prossimamente.

120 mm, f/4, 1/400s, 500 Iso

martedì 5 maggio 2015

Mono no aware e altre storie di Ken Liu

www.futurefiction.org
Articolo di: AleK

Ero scettico sull'acquisto di questa antologia proposta da Future Fiction, Ken Liu è un autore che sta diventando sempre più popolare e, non conoscendo nulla dell'editore, temevo che si sfruttasse il suo nome e quello di un racconto vincitore del Nebula per proporre racconti di seconda scelta... 

Per fortuna la mia curiosità ha avuto la meglio sui miei pregiudizi e ho potuto rendermi conto dell'errore,  Mono no aware e altre storie è infatti una bella antologia che raccoglie quattro racconti che vanno dal buono all'ottimo e tra i quali Mono no Aware non è neppure il migliore...
Il tema della raccolta è il senso di caducità delle cose, concetto che viene espresso attraverso la frase giapponese del titolo, che dovrebbe significare il pathos delle cose, e che ritroveremo un po' in tutti i racconti, espresso in maniere differenti.

Nonostante due dei racconti siano tra loro collegati e il fatto che essendo solo quattro renderebbe ridicolo lo stilare una classifica, in nome del degrado culturale inesorabile di cui ho deciso di farmi portavoce (ogni tanto mi piace stare sul carro dei vincitori) vi propongo ancora una volta una recensione in forma di classifica, assegnando pure come voti le temute lettere dell'alfabeto, dalla A (ottimo) alla E (insufficiente), che tanto hanno traumatizzato la mia infanzia.

Ma basta con i convenevoli e passiamo ad analizzare i vari racconti...